… trovarselo davanti, con l’esplosione dei suoi magnifici colori, è una magica bellezza che supera ogni immaginazione ….
E’ stato l’ospedale effettivo cittadino fino al 21 luglio 2013. Risale al 1277 la nascita dell’antichissimo ospedale del Ceppo a Pistoia che attraversò il corso dei secoli assistendo e curando la popolazione nei baratri e nelle ondate delle malattie infettive, dei malanni che afflissero il genere umano, come la peste nera del 1348 e quanto altro di più orribile e mefitico possa aver accompagnato la nostra storia della salute tra la nostra gente toscana dal Medioevo fino ad oggi. Nel 1345 ebbero inizio i lavori per la loggia di ampliamento che venne progettata, ispirandosi a quella fiorentina dell’ospedale degli Innocenti, ma di questa ne superò la bellezza per la quantità, la varietà e la qualità delle decorazioni del fregio robbiano che conferirono all’insieme architettonico un netto e decisivo carattere di monumentalità.
Le coloratissime formelle in terracotta invetriata rappresentano le sette opere della Misericordia alternate da pannelli verticali che raffigurano le Virtù Cardinali e Teologali.
Il completamento del progetto di ampliamento dell’ospedale per l’accoglimento dei degenti di sesso femminile, dopo la costruzione della precedente struttura per l’accoglienza dei malati maschi, nell’ottica dell’allargamento del modesto e ristretto assetto iniziale fu esaltato dalla loggia aggiuntiva con la decorazione che fu eseguita su scelta dell’allora Spedalingo Leonardo Buonafede il quale si trova effettivamente raffigurato alla prima formella di sinistra sulla facciata. I lavori iniziarono nel 1515 e furono chiamati, per l’esecuzione in terracotta invetriata, Benedetto Buglioni e Giovanni della Robbia; il primo realizzò la lunetta con l’incoronazione della Vergine sopra l’accesso alla ex chiesa posta a sinistra sul fianco mentre il secondo realizzò i tondi sopra al loggiato. Le grandi formelle delle sette opere di Misericordia, furono affidate a Santi Buglioni che nel 1526 lasciò inconclusa l’ultima per sopravvenuta mancanza di fondi in conseguenza del trasferimento al soglio vescovile di Vieste del Bonaventura. L’opera venne affidata per la conclusione della formella all’estrema destra, ben sessant’anni dopo, a Filippo Paladini non esperto nel lavoro dell’invetriata che lasciò infatti quest’ultima opera opaca e spenta nella finitura per il mantenimento dei colori nel tempo e riscontrabile ancora oggi diversa e meno luminosa dalle altre.
Questo gioiello pistoiese ha subito recentissimi restauri conservativi che hanno reso questo sito cittadino ancor più attraente, visitabile ed ammirabile liberamente o con accompagnamento di guide preparate.
Percorrendo via Filippo Pacini verso l’antico ospedale e trovarselo davanti, con l’esplosione dei suoi magnifici colori, è una magica bellezza che supera ogni immaginazione rendendo molto appagante la visita a questo contesto artistico rinascimentale che merita degna annotazione nell’ambito dei primati artistico monumentali italiani.
Eli Cam
foto di antonio troise